In sei anni rintracciati 540 mila immigrati illegali, oltre il 60 per cento è rimasto in Italia.

31.05.2013 18:21

Gli immigrati rintracciati in Italia in posizione irregolare tra il 2005 e il 2011 sono stati 540.389 con una tendenza decrescente nel corso del tempo (119.923 nel 2005, 47.152 nel 2011); nello stesso periodo di tempo però l’incidenza dei respingimenti, pari al 13,6% (73.663 persone) e degli allontanamenti, pari al 26,1% (141.020 persone) è stata decisamente inferiore rispetto a quella dei migranti che non hanno ottemperato all’ordine di allontanamento (60,3%, 325.806 persone). È quanto emerge da un monitoraggio sui costi delle politiche volte al contrasto dell’immigrazione irregolare in Italia, realizzato da Lunaria che ha presentato nella ricerca Costi disumani. La spesa pubblica per il contrasto dell’immigrazione irregolare.
Nel complesso gli immigrati allontanati dal territorio nazionale tramite respingimenti alle frontiere e provvedimenti di espulsione, rappresentano – secondo la ricerca – solo il 39,7% dei clandestini. Tale incidenza, decrescente tra il 2005 e il 2008, torna a crescere dal 2009 raggiungendo il 53,4% nel 2011 anno in cui nell’ambito della cosiddetta “emergenza Nord Africa” vi è stato un dispiegamento eccezionale di uomini e mezzi. Lunaria rileva inoltre che le oltre 134 mila domande di emersione del lavoro irregolare straniero presentate nel 2012 a tre anni di distanza dal precedente provvedimento confermano che resta molto elevato il numero di migranti privi di titolo di soggiorno “invisibili alle autorità finché non viene offerta loro la possibilità di regolarizzare la propria posizione”. Il rapporto si articola in quattro capitoli: nel primo sono presentate le evidenze empiriche per valutare l’efficacia del sistema, nel secondo sono analizzati gli stanziamenti pubblici impiegati per il controllo dei mari e delle frontiere (tra il 2007 e il 2012 331 milioni di euro, 165,5 comunitari e 166,3 nazionali); nel terzo capitolo si parla delle risorse destinate ai Cie e nel quarto sono documentate le politiche di cooperazione con altri Paesi per il contrasto dell’immigrazione irregolare.
Secondo lo studio, inoltre, solo per i Cie lo Stato spende 55 milioni di euro ogni anno. Nonostante la cifra “enorme”, così la definisce Lunaria, i Cie sono ben lontani dall’aver prodotto i risultati attesi: su 169.126 persone “transitate” nei centri tra il 1998 e il 2012, sono state soltanto 78.081 (il 46,2% del totale) quelle effettivamente rimpatriate. Lunaria critica inoltre il fatto che a causa della spending review il Ministero dell’interno abbia tagliato i costi di funzionamento dei Cie pari a 30 euro più iva procapite, molto più bassa rispetto al passato causando un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita dei migranti. Per questo l’associazione, nelle conclusioni alla ricerca, chiede con forza che i Cie siano chiusi e nell’attesa chiede che il Parlamento abolisca i bandi al ribasso per l’assegnazione della gestione dei centri e porti la permanenza massima a non più di 30 giorni contro gli attuali 18 mesi.

 

Fonte:ImmigrazioneOggi