INPS, visite fiscali: orari e regole. Ecco la guida per il lavoratore
Lo Statuto dei Lavoratori prevede che i datori di lavoro abbiano diritto a richiedere le visite
fiscali al fine di verificarel’effettivo stato di malattia
del lavoratore assente proprio per ragioni
di salute e controllare, soprattutto,se il lavoratore che si
dichiara malato si allontana dalla propria abitazione. Ecco
la guida per il lavoratore sulle visite fiscali con tutte le
informazioni su orari e regole.
Visite fiscali: orari
A seconda che i lavoratori oggetto delle visite fiscali siano
dipendenti pubblici, privati,militari o insegnanti, gli orari e
le regole sulle visite fiscali subiscono delle variazioni.
Lavoratori statali
I dipendenti statali, della P.A., insegnanti, militari,
dipendenti di ASL o Entilocali hanno l’obbligo di reperibilità
7 giorni su 7, inclusi giorni non lavorativi, week end,
festivi e prefestivi,nelle seguenti fasce orarie:
- dalle ore 9.00 alle ore 13.00;
- dalle ora 15.00 alle ore 18.00.
In questa fascia oraria il lavoratore ha l’obbligo
di trovarsi presso l’indirizzo indicato nel certificato di
malattia per ricevere la visita fiscale richiesta dall’INPS
o dal proprio datore di lavoro.
Sono esenti dall’obbligo di reperibilità lavoratori la cui assenza è giustificata:
- da patologie molto grave per cui sono necessarie terapie salvavita;
- da infortuni sul lavoro;
- da malattie per cui viene riconosciuta la causa di servizio;
- dagli stati patologici relativi alla situazione di invalidità riconosciuta;
- gravidanza a rischio.
Lavoratori privati
I lavoratori del settore privato hanno l’obbligo di reperibilità 7 giorni su 7,
compresi giorni festivie non lavorativi, nelle seguenti
fasce orarie:
- dalle ore 10:00 alle 12:00;
- dalle ore 17:00 alle 19:00.
Anche il lavoratore del settore privato ha l’obbligo di trovarsi
presso l’indirizzoindicato nel certificato di malattia per ricevere
la visita fiscale richiesta dall’INPS odal proprio datore di
lavoro e le categorie esenti sono le stesse riconosciute
per il lavoratore statale.
Visite fiscali: regole
Il medico incaricato di effettuare la visita fiscale
deve controllare lo stato di salute del lavoratore ed esaminare la
patologia dichiarata nel certificato di malattia. Il medico fiscale può:
- prolungare, eventualmente, la prognosi di 48 ore;
- confermare la prognosi;
- modificare la prognosi in base ad evidenti miglioramenti e mancanza di sintomi,
- invitando il dipendente a rientrare a lavoro;
- richiedere una visita specialistica, a cui il dipendente deve sottoporsi
- obbligatoriamente,in caso di dubbi relativi alla diagnosi e patologie specifiche.
Se il lavoratore non viene trovato presso l’indirizzo comunicato
sul certificato dimalattia deve recarsi, su richiesta di una
comunicazione ufficiale, presso la ASL, nel giorno e
nell’orario comunicato dal medico fiscale,
per giustificare l’assenza.
Senza un motivo valido, il lavoratore:
- perde il diritto all’indennità di malattia per i
- primi 10 giorni di malattia;
- vede ridursi l’indennità di malattia del 50% per il restante periodo di malattia,
- ad esclusione dei periodi di ricovero ospedaliero o di quelli
- già accertati da precedente visita fiscale.
Se entro 15 giorni il lavoratore non giustifica la propria assenza, l’amministrazione ha
diritto a procedere alla trattenuta dello stipendio, comunicandolo all’interessato.
Il motivo dell’assenza può essere:
- giustificato, ovvero un ragionevole impedimento, serio ed apprezzabile, che
- non può essere rimandato o non può verificarsi in altre fasce orarie;
- ingiustificato, ovvero i casi in cui il lavoratore non ha assunto atteggiamenti
- diligenti (non ha sentito il campanello, guasto al campanello che ha reso impossibile
- il verificarsi della visita fiscale).
INPS: visite fiscali più fiscali
Con la circolare n. 9/2013 per l’avvio del processo di programmazione e budget per il
2013 l’INPS è intervenuta in merito alle visite fiscali chiedendo:
- una contrazione del 5% dei costi delle visite fiscali;
- l’aumento del 3% degli importi recuperati grazie alla riduzione delle prognosi.
I certificati di malattia nel 2013, nei primi due mesi, sono stati circa 5,33 milioni,
relativi a lavoratori pubblici e privati, 207.000 in più rispetto al medesimo
periodo del 2012, e,secondo l’INPS, vanno tagliati.
Una decisione che non è piaciuta alla categoria dei medici e non solo.
Fonte:forexinfo.it/